Come descriverebbe l’industria alimentare e delle bevande?

Frank Thorsen: Il settore alimentare e delle bevande rappresenta la maggiore industria manifatturiera in Europa, con un fatturato totale di 1.244 miliardi di euro, 289.000 aziende e più di 4 milioni di addetti*.

Le prospettive di crescita sono buone, considerato l’aumento costante della popolazione; inoltre, quando l’economia europea si riprenderà, la tendenza generale sarà spendere una porzione maggiore del nostro reddito in generi alimentari.

Come detto prima, è un’industria molto importante, con moltissime aziende e dipendenti. In Europa, le aziende più grandi sono giganti del calibro di Nestlé, Procter & Gamble, Unilever e Heineken, leader anche nel resto del mondo. In Europa ci sono complessivamente 289.000 aziende, presenti in tutti paesi, anche se molte servono solo il mercato locale con prodotti regionali.

Si tratta inoltre di un’industria molto competitiva e innovativa. I clienti (dettaglianti e imprese di servizi di ristorazione) sono molto forti e tutti gli anni chiedono prezzi più bassi, quindi il risparmio dei costi e l’innovazione costituiscono le massime priorità di quest’industria.

 

Quali sono le sfide principali nel settore?

FT: La sfida più importante per questo settore è il cambiamento climatico, che ha già e continuerà ad avere un impatto fortissimo nel determinare i luoghi in cui sarà possibile coltivare terreni ed allevare bestiame.

Ci sono poi le sfide legate all’uomo e alla sua evoluzione: per esempio, le popolazioni dell’Asia e dell’Europa orientale stanno modificando le loro abitudini alimentari e, rispetto alla dieta tradizionale, consumano prodotti più costosi, come la carne, il pesce o i latticini.

Il settore alimentare è sì un’industria globale, ma una tendenza sempre più diffusa, per lo meno in Europa, è la richiesta, da parte dei consumatori, di generi alimentari prodotti localmente – sviluppo che presenta una sfida, ma anche un’opportunità. I consumatori vogliono anche essere sempre più informati sull’origine e sulla produzione dei generi alimentari e sulla sostenibilità della catena di fornitura. Nelle regioni del mondo più ricche e sviluppate sta crescendo anche la domanda di prodotti biologici. Per questo tipo di prodotti, le strutture di produzione sono diverse e, in generale, anche la resa è inferiore.

 

Quali sono le principali categorie di costo ove individuare potenziali risparmi?

FT: L’industria alimentare è un’industria molto competitiva e innovativa. Per effetto della pressione sui prezzi a cui accennavo prima, l’industria punta molto sul risparmio dei costi e sull’innovazione. Di anno in anno, le aziende devono abbassare i costi e, allo stesso tempo, presentare prodotti nuovi e migliorati.

Da molti anni ERA aiuta l’industria a ridurre i costi nelle categorie più tradizionali (Facility Management, Rifiuti, Consumabili di Produzione, Flotta aziendale, Trasporti, ecc.), ma abbiamo iniziato anche a fornire il nostro aiuto per ridurre i costi nell’area delle spese dirette, ossia delle Materie Prime Alimentari (ingredienti, verdure, grano, prodotti caseari, ecc.).

Possiamo inoltre aiutare i clienti a migliorare il processo d’innovazione con i fornitori, cosicché, oltre ad ottenere prezzi più vantaggiosi, spesso migliorano anche la qualità dei prodotti.

 

Di solito a quanto ammonta la spesa in queste categorie?

FT: Non c’è una cifra standard, ma non è raro individuare risparmi intorno al 10-20% quando si esegue una re-ingegnerizzazione delle varie categorie.

 

Quali sono i problemi principali – e perché non possono essere risolti dal responsabile acquisti o dai manager dell’azienda?

FT: Nel settore FMCG (beni di consumo ad alta rotazione), gran parte delle imprese ha un’organizzazione snella e quindi non ha le risorse necessarie, né informazioni approfondite su tutti i vari prodotti – ecco perché, grazie alla nostra conoscenza dei mercati delle forniture, possiamo aiutarle a formulare soluzioni efficienti in termini di costi.

 

Quali sono le prospettive per il 2017?

FT: Dopo una fase di stabilità dei prezzi o di deflazione, nei prossimi anni vedremo un graduale aumento dei prezzi, che interesserà gran parte delle categorie alimentari – quindi sarà ancor più importante avere le strategie più efficienti in termini di costi.

Negli ultimi mesi abbiamo assistito anche alla nascita di un nuovo tipo di supermercati, che vendono solo generi alimentari vicini alla data di scadenza per ridurre il problema degli sprechi nel settore. Si avverte, infatti, una preoccupazione crescente per gli sprechi e questo è un modo per ridurli.

* (Fonti: Eurostat, UN COMTRADE, OCSE)

 

FRANK THORSEN

Già CPO in molte grandi aziende internazionali, Frank ha maturato una vasta esperienza nei settori FMCG, Biotecnologia e Sanità in Danimarca, Svezia e Inghilterra.

All’interno di Expense Reduction Analysts, Frank Thorsen è esperto di FMCG, soprattutto nel settore alimentare, e nello specifico in materie prime e proteine (carne, pollame, pesce, verdure, ecc.).