Sostenibilità e filiera agroalimentare

Oggi il settore Agroalimentare è probabilmente uno dei più complessi al mondo, posto di fronte a una serie infinita di sfide complesse che cambieranno radicalmente il modo di operare dell’intero comparto e delle aziende che ne fanno parte.

In questo contesto, Expense Reduction Analysts partecipa in veste di Official Partner al Food & Made in Italy Summit, organizzato da Il Sole 24ORE il 9 luglio 2020, per contribuire al confronto con aziende e istituzioni sulle priorità dell’intera filiera agroalimentare e sulle azioni da intraprendere per salvaguardare il settore simbolo del Made in Italy.

In particolare, per comprendere meglio come le imprese italiane del settore abbracciano le sfide di sostenibilità, sviluppo e innovazione, Expense Reduction Analysts intervista Manuela Polli, a capo della divisione Corporate Strategy & Development di F.lli Polli SpA, storica realtà nel mercato delle conserve vegetali e dei condimenti, cliente di ERA da oltre un anno.

ERA: Come affronta F.lli Polli il controllo della filiera e come seleziona i fornitori per far sì che la filiera sia sostenibile?

M. Polli: In F.lli Polli lavoriamo circa una trentina di vegetali, diversi uno dall’altro e con stagionalità differenti. Dal momento che vogliamo garantire la massima qualità ai nostri consumatori, selezioniamo solo materie prime fresche. Questo inevitabilmente ci sottopone a una certa complessità dovuta alla necessità di gestire i cicli della natura, ma siamo convinti che questo sia l’unico modo per avere prodotti di elevata qualità. Oltre a prestare particolare attenzione alla freschezza delle materie prime, scegliamo con grande cura anche i nostri fornitori, che per quanto riguarda il marchio Polli sono al 90% italiani. Per esempio, lavoriamo con un’azienda del sud Italia, la Fratelli Tafuro Srl, che ha il suo stabilimento produttivo in un bacino fertilissimo da cui provengono i migliori vegetali italiani. Si è trattato per noi di una scelta strategica per poter lavorare le materie prime entro pochissime ore dalla raccolta nei campi. Ognuno dei fornitori, inoltre, entra in contatto con il nostro Dipartimento di Controllo della qualità, che si occupa di effettuare degli audit per verificare le caratteristiche organolettiche e qualitative del prodotto e le modalità di conservazione e trasporto nei nostri stabilimenti produttivi. Tutto ciò perché per noi è fondamentale avere il controllo diretto sulla filiera, cosa che vale anche per i fornitori del mondo packaging.

ERA: A proposito di packaging, quali sono state nel tempo le valutazioni e le scelte di F.lli Polli?

M. Polli: Il concetto di sostenibilità è centrale anche per quanto riguarda la scelta del packaging. Non a caso, il nostro principale packaging è in vetro, anche se non è l’unico. Utilizziamo infatti anche la plastica, ma quando lo facciamo scegliamo di utilizzare plastica al 100% riciclabile e continuiamo a fare ricerca per soluzioni alternative, come per esempio le plastiche compostabili. La ricerca è infatti fondamentale per salvaguardare l’ambiente senza compromettere la sicurezza e le barriere all’ossigeno che evitano che il prodotto fermenti e generi batteri pericolosi per il consumatore.

ERA: Innovazione e tecnologia sono una sfida costante per le aziende nel mondo di oggi. Qual è l’impegno di F.lli Polli nella ricerca di innovazione?

M. Polli: F.lli Polli è un’azienda di innovatori per tradizione da quasi 150 anni. I miei avi sono stati dei grandi innovatori, per esempio quando hanno lanciato l’uso della banda stagnata ai tempi in cui F.lli Polli produceva conserve di pomodoro. F.lli Polli è la stata, inoltre, la prima a ricorrere ai vasetti con le capsule twist-off che mantengono il sottovuoto. Negli anni ‘80 abbiamo lanciato per primi le olive in vaschette in plastica senza liquido di governo, dando vita così alla produzione nel segmento degli “ingredient”, ovvero prodotti che di fatto sono ingredienti per preparare o condire altri piatti. L’innovazione è una delle poche armi che i Brand del food hanno per rimanere in vita, soprattutto quelli che lavorano molto con la GDO. La GDO è infatti un grosso competitor per le aziende del comparto: per rimanere sul mercato bisogna lanciare prodotti che rimangano al passo con le tendenze e le esigenze di consumatori sempre più esigenti. Oggi i consumatori non hanno tempo per cucinare e fare la spesa, hanno bisogno di soluzioni, e al contempo sono attenti alle tematiche ambientali e al loro benessere. Per questo motivo abbiamo dato vita al Dipartimento di Ricerca e Sviluppo, composto da un team di cinque persone che all’interno del “Polli Lab”, una cucina presente nel nostro stabilimento, preparano e testano i prodotti di lancio. Queste persone sono dei “techno chef”: valutano i prodotti dal punto di vista culinario, ma anche dal punto di vista industriale, perché una volta individuato un prodotto di qualità, la sfida diventa riprodurlo fedelmente in stabilimento. Lanciare un prodotto di successo è difficilissimo: ogni anno lavoriamo a circa 50 nuove proposte; di queste solo 3 o 4, massimo 5, vedono la luce e se una di queste ha successo, è già un grandissimo risultato. Innovare e rimanere sul mercato con prodotti di successo è una grandissima sfida, ma chi si ferma è perduto.

ERA: Il settore Agrifood è uno di quelli maggiormente legato al concetto di Made in Italy. Ci può raccontare un progetto o una best practice che caratterizza l’impegno di F.lli Polli nella promozione dell’eccellenza italiana?

M. Polli: La principale best practice di F.lli Polli è il marchio, sul mercato da quasi 150 anni, un lungo periodo in cui è sempre rimasta un’azienda a conduzione familiare e italiana al 100%, impegnata a utilizzare materie prime italiane. Questo è il nostro miglior biglietto da visita, sia in Italia che all’estero, e la garanzia della nostra qualità. Oltre a ciò, va detto che i nostri sono prodotti tipicamente italiani, come le conserve e i sughi, particolarmente apprezzati all’estero. Per esempio, insieme a Barilla siamo i principali produttori di pesto alla genovese UHT, un prodotto che arriva nelle dispense di molti consumatori all’estero insieme a un ricettario molto ampio, anch’esso un importante veicolo del Made in Italy.

ERA: In quanti Paesi distribuisce F.lli Polli?

M. Polli: Distribuiamo in circa 50 paesi. Circa il 70% del fatturato di F.lli Polli è generato all’estero, dove risiedono le principali opportunità di sviluppo. Per questo nel 2018 abbiamo costituito delle filiali commerciali nel Regno Unito, in Germania e in Francia, che rappresentano uno step importante nella via ambiziosa e coraggiosa che Polli sta disegnando per continuare la sua crescita in Italia e all’estero, in veste di rappresentante dell’eccellenza italiana nelle conserve vegetali e nei condimenti.

ERA: F.lli Polli ha dato vita nel corso dei suoi quasi 150 anni di storia a un processo di crescita e sviluppo molto importante. Che peso ha avuto il tema della sostenibilità della filiera in fase di valutazione e acquisizione di altre aziende del settore?

M. Polli: Tantissimo: in un’ottica di ingrandimento, valori e modus operandi devono essere simili o facilmente allineabili ai nostri. Lo scorso anno, per esempio, abbiamo acquisito i marchi e lo stabilimento di Valbona, con sede in provincia di Padova. Nell’ambito della valutazione dell’operazione, il fatto che Valbona usasse materie prima italiane e avesse un attento processo di controllo sui fornitori è stato fondamentale. La qualità del nostro marchio va salvaguardata sempre. Per questo è essenziale non rischiare di avere all’interno del Gruppo realtà che non rispecchiano i nostri valori.